L’e-learning è alla ricerca di uno standard comune che consenta agli strumenti e ai metodi di formazione l’interoperabilità e la condivisione di risorse.
Disporre di uno standard significa, infatti, poter trasferire i contenuti da un’architettura all’altra, poterli integrare tra loro, saperli scegliere in base a caratteristiche e classificazioni univoche e, infine, poterli certificare con un attestato che indichi le competenze acquisite.
Per raggiungere questi obiettivi, il governo americano ha promosso lo sviluppo di un modello di riferimento per i corsi di formazione condivisibili in rete (SCORM: Shareable Courseware Object Reference Model).
SCORM è di fatto un insieme di linee guida per definire un formato dei Learning Object e dei corsi che ne consenta la trasportabilità attraverso piattaforme di formazione (LMS – Learning Management System) differenti.
L’architettura degli oggetti di SCORM 1.2 è composta da quattro elementi essenziali:
1. Learning Object (LO): l’entità minima della quale si compone un corso. Uno stesso Learning Object, se compatibile con lo standard SCORM, può essere utilizzato all’interno di corsi diversi (architettura modulare);
2. Learning Management System (LMS): il sistema di gestione del corso che ne consente la fruizione (la piattaforma tecnica in cui avviene la formazione online);
3. Course Structure Format (CSF): un insieme di istruzioni sulla struttura di un’entità “corso”, che ne permettono la fruizione in LMS differenti, purché SCORM compatibili. L’organizzazione del corso definisce la posizione che i singoli oggetti occupano al suo interno ed è descritta in una struttura gerarchica ad albero.
4. Runtime, il sistema informatico che avvia il corso, rispondendo alle azioni dello studente.
Lo standard SCORM specifica gli standard per il Riutilizzo, Tracciamento e Catalogazione degli oggetti didattici, dunque possiamo dire che SCORM non riguarda direttamente le piattaforme ma gli oggetti di e-learning generalmente definiti Learning Object. La piattaforma di E-Learning ha solo il compito di dialogare con l’oggetto interpretando i messaggi che gli vengono passati, la compatibilità della piattaforma si limita a ‘capire la lingua’ dell’oggetto e, se necessario, a sapergli rispondere.
Un esempio di learning Object può essere un insieme di pagine html sequenziate tra loro, dei files di flash.
Un Learning Object può essere o un “Content Aggregation Package” o un “Resource Package”.
Un “Resource Package” rappresenta una collezione di assets, cioè di oggetti digitali minimi (singoli files) che non sono organizzati e impacchettati secondo una strategia formativa, ma sotto forma di elementi informativi minimi (un file audio, un’animazione, un’immagine, una pagina di testo, ecc.). Un pacchetto di risorse può contenere uno o più assets, ma in ogni caso, essendo una sorta di collezione di oggetti non strutturati, non conterrà istruzioni sul tracciamento.
Il “Content Aggregation Package” è invece organizzato da uno o più Learning Object, oggetti che sono strutturati, hanno un’intenzione educativa, dichiarano i propri obiettivi. Questi oggetti, definibili anche come Shareable Content Objects (SCO) contengono sempre una descrizione di se stessi (metadata) scritta nei campi di un ‘manifest file’. Esistono oggi molti programmi per generare il manifest file.
Per essere compatibile con lo standard scorm ogni Learning Object deve avere le seguenti caratteristiche:
SCORM non specifica un formato di file che possa rappresentare l’oggetto didattico, qualsiasi formato può essere incluso in uno scorm package, a seconda del fatto che l’oggetto sia preposto a comunicare con l’LMS o ad essere un oggetto di supporto che non comunica con la piattaforma di e-learning.
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